Notizie sul casato dei Natale
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Il marchese Tommaso Natale
Nasce il 6 giugno 1733 nel palazzo avito sito nell'odierna via Garibaldi, dove una lapide ricorda l'avvenimento. Fu battezzato nella parrocchia di S. Giovanni dei Tartari. Si riporta il relativo atto:
L'Anno Domini millesimo 733- die VI Juni. num. 302, fol. 27. Rev. Sac. D.Petrus Natoli abbas S. Nicola de Latini ex Pr. S. Calogeri de lic. rev. mi parrochi baptizavi sub condicione infantem die III presenti natum ex Ill. mis Marchionibus D. Domenico et D. Beatrice Natali, cui imposium fuit nomen Joannes, Thomas, Licterius, Franciscus, Salvator; patrini D. Franciscus Natali et Caterina La Barbera.
Il Tommaso Natale fin dall'infanzia fu educato alle lettere umanistiche e frequentò le migliori scuole dell'epoca e fu seguito negli studi dallo zio paterno Giovanni, poeta e grecista. Egli conobbe le lingue classiche ed imparò il francese e l'inglese e ancor giovane si interessò di poesia, filosofia, diritto e storia. Nel 1756 pubblicò una prima parte di un poemetto dedicato alla filosofia di Leibniz. Tale poemetto fece grande scalpore e il giovane Tommaso fu osteggiato dai gesuiti, mentre il Santo Uffizio condannò il poemetto dedicato da un cattolico ai protestanti accademici di Lipsia.Per tale motivo si trasferì a Napoli, dove scrisse in forma di epistola diretta al giureconsulto Gaetano Sarri le "Riflessioni politiche intorno all'efficacia delle pene". Ebbe una vita culturale intensa e per la sua epoca può definirsi uomo di cultura europeo. Fu un ammiratore del Montesquieu con il quale condivideva l'ammirazione per il regime e il popolo inglese.Egli propugnò la laicizzazione dell'insegnamento affinchè l'educazione sia veramente efficace.
L'ultimo lavoro di Tommaso Natale fu dedicato alla traduzione dal greco dell'Iliade, di cui la prima parte fu stampata nel 1807. Da quell'anno non produsse altro, forse anche per le importanti cariche pubbliche ricoperte. Sposò a 51 anni Rosalia Gugino, figlia di un illustre giureconsulto, che gli diede nove figli. Fu consigliere di Stato, consigliere del supremo Magistrato del Commercio, deputato dell'Università di Palermo e degli Studi del Regno, e membro di varie giunte come quelle delle Regie Poste, del catasto. Fu maestro razionale del Regio Patrimonio e un assertore del frazionamento dei feudi. Moriva il 28 settembre 1819. Nello stesso anno veniva promulgato il nuovo codice penale delle Due Sicilie, recante quelle riforme che lo stesso aveva propugnato.